5 settembre 2009

L'arte dell'improvvisazione (seconda parte)

Ciao a tutti! oggi ci occuperemo di un altro aspetto importante dell'improvvisazione: la quantità di materiale da studiare. Ragioniamoci un attimo. Quante scale abbiamo a disposizione? Consideriamo i 3 sistemi principali (scala maggiore, scala minore armonica, scala minore melodica) e i loro modi (7 ciascuno). Siamo a 21 scale, a cui dovremmo ancora aggiungere la scala diminuita e la esatonale. 23, e comunque ne esistono altre. Ora, pensiamo che queste scale dovremo praticarle suonando in posizione ma anche su corda singola (in orizzontale). Ipotizzando 5 posizioni per ogni scala e 5 diteggiature su corda singola (abbiamo 2 corde MI, quindi 2 diteggiature saranno uguali), abbiamo 23 scale x 10 posizioni-diteggiature x 12 tonalità = 2760 possibilità. Quella che ho fatto è ovviamente un'iperbole, perchè tante cose si semplificano (ad es. le scale esatonali sono solo 2 e non 12 eccetera) e tante scale (alcuni modi della minore armonica e minore melodica) non si utilizzano molto, però vi starete rendendo conto che il materiale da studiare è veramente ampio. Riduciamo pure da 2760 a 1500. Pensate che una vita vi basterà per ottenere un linguaggio completo con tutte queste scale (per gradi congiunti, per terze, quarte, quinte, seste e settime diatoniche, oppure suonando più note contemporaneamente), ovviamente tralasciando lo studio di pentatoniche, triadi e quadriadi e quindi degli arpeggi (altro mondo per quello che riguarda l'improvvisazione)? La risposta è ovviamente NO. (fra l'altro, sto dando per scontato che abbiate già la tecnica per studiare tutto ciò).

Che si fa allora?

Un problema comune di chi studia le scale (soprattutto chitarristi) è che non da importanza al suono di quello che sta suonando. Io sono convinto che se sto utilizzando una determinata scala mi deve piacere il suono che produce. Esistono varie possibilità sui vari accordi (sto parlando principalmente di musica modale)... Ad esempio su un accordo C7 posso utilizzare, oltre al normale C misolidio, C lydian dominant, C superlocrio, C frigio dominante, C esatonale... come faccio a decidere?... facile, devo sapere quale (o quali) di queste sonorità mi piace di più. Non si usa una scala tanto per usarla, non funzionerà. Bisognerà averla in testa e poterla cantare sopra l'accordo. In fase di studio, proviamole tutte (o quelle che ci piacciono) cantando le note. Quando suoniamo, non pensiamo "qui uso la superlocria, qua la lydian dominant", ma semplicemente cantiamo le frasi. Il nostro studio delle scale ci porterà in una di quelle direzioni. E' come la pentatonica nel blues, solo che qua si parla di scale un po' più complesse. Ma di questo parleremo più avanti. Per ora rendetevi solo conto che non potrete sapere tutto. Vi consiglio una lettura direi illuminante, che espone molto bene questi concetti:
The Advancing Guitarist
, del grande Mick Goodrick, magistralmente tradotto in italiano dal grande chitarrista Roberto Cecchetto.



3 commenti:

  1. Te si un grande! =D

    Sto leggendo con gusto ogni giorno le cose che scrivete! Davvero una bella idea hai avuto! E comunque mi sa proprio che questo libro lo prendo!

    Grazie!

    Pyngwie

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  2. ciao
    il libro conviene in inglese oppure anche in italiano e' stato tradotto molto bene?
    Complimenti per il blog..ottimo per chi inizia come me..

    grazie

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  3. la traduzione è ottima, di Roberto Cecchetto, un grande chitarrista! consiglio la versione italiana :)

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