16 settembre 2009

Il virtuosismo genera mostri.

Ciao, assidui lettori (sembra che il blog stia funzionando bene.. fatevi sentire)... Oggi volevo proporvi un'interessante riflessione che riguarda principalmente i chitarristi, ma anche bassisti e batteristi. Spesso veniamo traviati dall'ascolto, specie quando ascoltiamo musica con elevata esposizione di tecnica e virtuosismi.
Cosa intendo dire?
L'ascolto di un virtuoso dello strumento tende a farci dimenticare della componente musicale (che spesso è presente... non è vero che facendo tante note diventiamo automaticamente inespressivi, freddi, e comunque il nuoto è lo sport più completo). Il problema è principalmente dell'ascoltatore-musicista che, abbagliato dal virtuosismo, dimentica di far caso all'arrangiamento, al sound, al fraseggio e a tutte quelle cose che lo rendono un musicista completo. Esempio lampante per i chitarristi: Steve Vai. Anche se non ne sono certo un fan sfegatato, riconosco in lui una profondità musicale e delle intuizioni che hanno certamente del geniale, oltre a una tecnica strumentale di primissimo piano. Ci sono molti suoi fans (sto generalizzando, cercate di capire di quel che sto parlando) che tentano di emularlo in ogni modo ma si focalizzano solo sull'aspetto più abbagliante del suo fare musica: il virtuosismo, appunto. Dimenticandosi del resto, abbiamo legioni di aspiranti chitarristi con un suono e un tocco discutibili, senza un'ombra di fraseggio, ma con un'elevata propensione al virtuosismo (quante volte avrò ripetuto questa parola oggi?), dimentichi del fatto che il signor Vai, oltre alla tecnica di primissimo piano, possiede anche le altre doti. Poi, che ci piaccia o no è un fatto di gusto, ma alcuni parametri sono oggettivi! Lo stesso discorso si può applicare per i bassisti quando rimangono abbagliati da un certo tipo di funk e inizano a slappare senza ritegno, influenzati da Marcus Miller, Victor Wooten e altri (che pur hanno ben altra profondità, ovviamente), o per i batteristi che appena scoprono Mike Portnoy inizano a spostare accenti e a esagerare con il loro *suonaggio* (questo è un neologismo ormai comunemente accettato). Sono inoltre fermamente convinto che l'antipatia che si ha per i grandi virtuosi sia dettata un po' dall'invidia, e un po' dal fatto che ci siano molti loro fan che non riescono a cogliere la musica dietro al virtuosismo, che spesso non è gratuito.
Che ne pensate?... spero che si sia capito il discorso :)
Matt

3 commenti:

  1. Chiarissimo come sempre! :) adoro questo blog, tutti interventi precisi e mirati!

    RispondiElimina
  2. A parte tante piccole chicche (il nuoto, suonaggio :D) bell'articolo! Sta dii fatto che comunque molti di questi "virtuosi" hanno anche la grossa funzione di avviare gente al mondo dello strumento, magari in maniera errata, però piuttosto che vedere gente giocare a guitar hero! Tanta gente ha iniziato dopo aver visto satriani, vai o malmsteen (tanto per citare i più conosciuti) dopo c'è chi rimane paralizzato lì e chi si evolve... in tutti i casi una volta passato l'ostacolo tecnico son d'accordo con te! Mesi passati per fare il passaggio di legato come Satriani e poi ci si accorge che quello che manca è proprio il tocco!

    RispondiElimina
  3. Parole sante! Parole sante! Bravissimo

    RispondiElimina